4 settembre 2016

22. FLIRT


Estate. Il sole scalda la pelle e la rende infuocata, fuori e dentro. Lui guarda lei, lei guarda lui, il cuore batte e la scintilla scocca. Due adolescenti che vivono un'avventura d'amore, forse la loro prima storia, che durerà un giorno, una settimana, o magari un pochino di più. Immersi uno negli occhi dell'altro si inizia con una parola, seguita da un'altra, che poi si trasformano in dialoghi infiniti. Il primo bacio, le prime carezze che infiammano, nulla di più, perchè la magia è questa: toccare il cielo con un dito semplicemente guardandosi negli occhi o sfiorando le sue labbra in un lieve bacio.
Finchè arriva il momento di tornare a casa, alla solita vita e, nonostante le reciproche promesse, la magia si affievolisce fino a scomparire. Talvolta il dolore della separazione sembra insostenibile, ma ecco che torna l'estate, un nuovo amore bussa alla porta e tutto ricomincia. Di questi momenti resta solo un bel ricordo ma talvolta, sfiorando le proprie labbra con un dito, sembra ancora di sentire le sue. Da adulti ci si ricorderà con un sorriso di questo o di quell'altro “flirt estivo”: con la ragazzina dal sorriso che incanta o con quel giovane dagli occhi profondi.
Fin qui nulla di insolito. È successo a tutti noi e capiterà ancora a ogni giovane delle generazioni che verranno.
Ma...
Se la stagione non è quella “giusta”? (...e non intendo solo di quella dell'anno, ma anche di quella del tempo...).
Una volta entrati nell'età adulta, ci si immerge in un vortice senza fine di impegni e obblighi che non lasciano scampo: il lavoro da rincorrere e trattenere con le unghie e con i denti, magari lusingati da riconoscimenti e carriera, che si accavalla alla routine familiare fatta da quotidianità più o meno pesanti e magari qualche figlio. Non c'è tempo per molto altro e spesso il batticuore adolescenziale è solo un bel ricordo che talvolta nemmeno riesce ad affiorare.
Finchè...
Capita quasi per caso, magari in un momento in cui la vita ci sta dando un attimo di tregua dopo averci “spremuto per bene”, nella stagione in cui ognuno è spinto a fare i conti del percorso fatto, delle scelte, delle occasioni prese o di quelle perse. È il momento in cui si è più recettivi e quando, dall'alto della propria esperienza e età, si è convinti di conoscere tutto e avere tutte le risposte. È questo il momento in cui l'incontro, “quell'incontro” accade. Non è premeditato, non è cercato, spesso non è nemmeno desiderato: pare semplicemente che il destino ritenga sia il momento giusto per farlo accadere.
Non sto parlando di due amanti che cercano “emozioni fisiche”, ma delle vite di due persone normali che si incrociano.
Ecco che, consapevolmente o meno, ci si trasforma in adolescenti durante la stagione estiva: si cerca l'altra persona perchè è piacevole, un'oasi che si distacca dalla quotidianità. Si riesce a parlare un po' di tutto e magari si scopre di avere interessi comuni e visioni della vita che coincidono. La nuova tecnologia in questo ambito ha il merito (il difetto?) di non concedere dispersioni: non è necessaria la vicinanza fisica per essere in contatto, per potersi “parlare”. Se lo si desidera, la connessione è H24, con il conseguente rischio (beneficio?) di insinuarsi più a fondo nella vita altrui ma anche di bruciare le emozioni “concesse” più in fretta.
Non so se i sentimenti nati con la combinazione età matura/era tecnologica possano essere equiparati agli estivi flirt adolescenziali, tuttavia dal mio punto di vista, hanno molte cose in comune: quel desiderio iniziale di essere sempre vicini (connessi), di raccontare e confrontarsi, quella voglia di scherzare con leggerezza e senza secondi fini, all'inizio senza malizia scivolando poi, inevitabilmente, in argomenti più piccanti spingendosi anche, se la vicinanza lo permette, in qualche incontro condito da carezze e baci rubati.
A questo punto iniziano i problemi perchè, una volta rispolverate quelle emozioni da troppo tempo dimenticate, si desidera di più: più tempo, più condivisioni.
In ogni caso, che si vada oltre o che ci si fermi, il momento “magico” è finito perchè quando non c'è più nulla da scoprire e l'adrenalina scaturita dalla novità è ormai scomparsa, si torna ad essere quelli di sempre, con il lavoro assillante, la famiglia presente e magari anche con qualche problema di salute, perchè se le emozioni sono quelle dell'adolescenza, tutto il resto non lo è.
L'importante, in questi casi, è cogliere l'attimo fuggente e, quando il tutto finisce, collocare l'accaduto e le emozioni vissute nella giusta posizione all'interno della propria vita e, come da adolescenti, quando sovrappensiero sfioriamo la nostra bocca con un dito, sentire il ricordo delle sue labbra che ci strappa un sorriso...




Susanna 04.09.2016

1 commento:

  1. Ciao, il tempo dei flirt per me è finito ma vengo a trovarti dopo un po' di tempo (incidente con spala rotta) per augurarti una buona serata domanicale. Complimenti per il testo.

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